Mark Eitzel Hey Mr Ferryman | Recensione albumMerge Records - 2017

Mark Eitzel – Hey Mr Ferryman

Mark Eitzel Hey Mr Ferryman | Recensione album
Merge Records – 2017

Conoscere poco gli American Music Club, gruppo di San Francisco attivo dal 1983 al 2008, e solo alcuni dei tanti dischi solisti di Mark Eitzel non è un buon punto di partenza. Correrò tuttavia impavido il rischio, cominciando dal fatto che alla guida condivisa  del progetto Hey Mr Ferryman c’è Bernard Butler, chitarrista degli Suede, ma soprattutto, da vent’anni a questa parte, produttore in costante crescita (Aimee Mann, Bert Jansch, The Veils, Tricky e gli ultimi due cd di Ben Watt). Per le canzoni introspettive e dense di Eitzel, Butler ha preparato arrangiamenti scintillanti e aggiunto generose dosi delle sue chitarre (per alcuni recensori, un po’ troppo).

Mark Eitzel non è un artista di tranquillo ascolto…

Hey Mr. Ferryman suona ovviamente bene, anche se i lunghi brani richiedono  un certo  impegno, visti i ponderosi testi e i temi un po’ contorti del cantautore californiano. La confezione comunque comprende tutte le liriche che  è importante leggere durante l’ascolto  perché l’espressività della  voce di Eitzel rende  bene gli stati d’animo descritti. La cosa è particolarmente  evidente nei brani dove è più scarno l’arrangiamento, come nella stupenda Nothing And Everything, dove un coro maschile offre il giusto contributo di pathos, o nella successiva An Angel’s Wing Brushed The Penny Slots con  Eitzel e Butler che sfornano   un arrangiamento quasi alla Stan Ridgway virato bossa.


… ma Hey Mr Ferryman ripaga dello sforzo

Sono 50 minuti un po’ lunghi, raffinati, pieni di parole e talvolta eccedenti in drammaticità, ma l’esperienza  vale di sicuro lo sforzo. Di seguito, con la dovuta calma, si può recuperare il passato, cominciando magari dall’antico  60 Watt Silver Lining (1996), nel  quale troneggiava una superba versione di No Easy Way  Down di Carole King. Oppure al bizzarro, contestato dagli irriducibili fan,  ma affascinante The Ugly American, dove Eitzel reinterpretava canzoni sue e degli American Music Club con l’accompagnamento di musicisti  greci e i loro strumenti tradizionali.

Mark Eitzel Hey Mr Ferryman
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Recensore di periferia. Istigato da un juke-box nel bar di famiglia, si cala nel mondo della musica a peso morto. Ma decide di scriverne  solo da grande, convinto da metaforici e amichevoli calci nel culo.

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