Ben Watt - Storm DamageUnmade Road - 2020

Il Ben Watt di Storm Damage veste di elettronica le sue canzoni.

Ben Watt - Storm Damage
Unmade Road – 2020
Si potrebbe far presto a liquidare Ben Watt come la metà meno importante degli Everything But The Girl, gruppo che ha prodotto buoni (e buonissimi) dischi tra gli anni ’80 e la metà dei ’90. Un po’ perché la voce del gruppo era quasi sempre quella di Tracey Thorn, un po’ per l’innegabile understatement che pervade la figura del cinquantasettenne londinese. Si ricordi comunque che Watt non è mai stato fermo, neanche durante la pericolosa malattia che lo colpì alcuni anni addietro (ne uscì invece con un toccante e dettagliato libro, Un paziente, tradotto anche in Italia).

La carriera solista di Ben Watt

Durante le pause nella carriera degli EBTG, ha fatto il dj, il produttore e ha messo del suo anche nella carriera
solista della Thorn ( i due sono marito e moglie). Il rilancio come solista è del 2014, con la riuscita ripartenza semi- acustica di Hendra, seguita dal più energico Fever Dream, che uscì due anni dopo.

Storm Damage vira verso l’elettronica

Con una pausa più lunga, e l’umore nero per la deriva politica del Regno Unito, ha preso corpo il terzo capitolo di questa nuova fase. Il titolo è Storm Damage, ed è quello più decisamente elettronico dei tre, pur rimanendo nei confini del classico songwriting d’oltremanica, diciamo tra Lloyd Cole e David Gray. Le canzoni sono piene di interrogativi e riflessioni sulla vita e la morte; di queste la più drammatica è certamente Hand, un confessione
provocata dai recenti lutti che lo hanno coinvolto. Da osservatore privilegiato, Watt scrive anche di certi aspetti del proprio lavoro, come nella la conclusiva Festival Song, istantanea di un concerto visto dal palco o in Irene, ritratto un po’ agro di una attempata rockstar al ritorno nel suo vecchio club; il brano è eseguito con Alan Sparhawk dei Low alla voce e chitarra elettrica. Interessante il contributo della sezione ritmica composta di Evan Jenkins, batterista, e Rex Horan, contrabbassista che sembra ispirarsi al grande Danny Thompson.

Ben Watt - Storm Damage
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Recensore di periferia. Istigato da un juke-box nel bar di famiglia, si cala nel mondo della musica a peso morto. Ma decide di scriverne  solo da grande, convinto da metaforici e amichevoli calci nel culo.

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