Recensione: Billie Eilish - Happier Than Ever

Finneas e Billie Eilish danno un seguito al trionfale esordio con Happier Than Ever.

Nel 2019 salutavamo, insieme con tanti altri, il talento di una giovane musicista, o meglio di una coppia inusuale e inedita: Billie Eilish e suo fratello Finneas. When We All Fall Asleep, Where Do We Go? ha in effetti creato un suono e un’immagine, certo pescando da tante proposte già esistenti, ma comunque conferendo all’allora diciassettenne Eilish una personalità tutta sua.

A ragione è stata di recente definita come una star del pop anti X Factor poiché il suo successo non viene dall’immagine prefabbricata di tante giovani star in the making (con le cover, il suono derivativo, il bel canto), ma si costruisce intorno a una proposta nuova, apparentemente spiazzante, che invece incontra per fortuna il gusto di molti. SoundCloud vs gli show televisivi, potremmo dire, un match senza storia, soprattutto perché fratello e sorella si sono costruiti il successo un pezzetto dopo l’altro, in modo indipendente, da quando lei aveva circa 13 anni.

Un disco diverso dal precedente

Difficile bissare un esordio così, e il duo Billie – Finneas in un certo senso nemmeno ci prova: Happier Than Ever è un disco molto diverso dal precedente. Meno claustrofobico, magari anche un tantino meno unico, che tuttavia prova ad espandere la palette musicale ed esplorare nuovi territori. In larga parte, è una riuscita.

 

Cominciamo dal confronto fra le copertine. Billie Eilish dismette i panni horror-goth del primo e appare angelicata sul secondo, ma non bisogna farsi ingannare: Happier Than Ever è da intendersi in senso ironico, perché il tema portante del disco concerne la riflessione sul successo e i suoi aspetti tossici, in particolar modo lo sguardo degli altri (i media, ma anche i fans) sul corpo femminile: si ricorderà che molte sono state le polemiche in questi anni su peso/abbigliamento/amori e così via della neo-star. È un tema antico che oggi si tinge di nuovi colori, e che Billie Eilish interpreta bene. Certo, i quasi 4 minuti parlati – sul tema –  di Not My Responsability possono annoiare, ma evidentemente coinvolgono il pubblico adolescente al quale si rivolge più di quanto possano toccare quello adulto.

Billie Eilish – Happier Than Ever all’insegna della varietà

Altrove, per fortuna, su Happier Than Ever trionfano la varietà delle basi di Finneas e la voce di Billie Eilish, che qui si scopre più che nell’esordio ricca di toni e di nuances. Alcuni passaggi rinviano ad altre star dei nostri giorni: per esempio in diversi momenti a Lana Del Rey (Halley’s Comet su tutti); e in My Future persino Lily Allen. D’altra parte, Finneas ha composto canzoni per figure pop più tradizionali come Selena Gomez e Camila Cabello, e anche qui distribuisce atmosfere lounge, qualche leggero tocco jazz (Lost Cause) che si distaccano dal suono del disco precedente.

 

La peculiarità della proposta di Billie Eilish comunque resta, dal clubbing soffocato di Oxytocin al crescendo di NDA e della title track e la sua capacità di interpretare passa tranquillamente da un momento all’altro. Molte delle canzoni migliori sono spinte verso il fondo, cosa importante per un disco che dura 56 minuti. Incluso il singolo (fra i molti) Therefore I Am, vero trionfo, così come la splendida title track, che convoglia la rabbia per una relazione andata male, tanto nel testo – prima sussurrato, poi urlato –  quanto nella musica. Una pop-star a modo suo, Billie Eilish, che riesce con a tornare con Happier Than Ever al top delle classifiche. È un buon segno per la salute della musica pop contemporanea, al pari del recentissimo successo di Tyler, The Creator, che arriva ad esprimere artisti originali in grado di conquistare il grande pubblico alle proprie condizioni.

Billie Eilish - Happier Than Ever
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Mi piace la musica senza confini di genere e ha sempre fatto parte della mia vita. La foto del profilo dice da dove sono partita e le origini non si dimenticano; oggi ascolto molto hip-hop e sono curiosa verso tutte le nuove tendenze. Condividere gli ascolti con gli altri è fondamentale: per questo ho fondato TomTomRock.

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