Conor Oberst - Salutations | RecensioneNonesuch - 2017

Conor Oberst – Salutations.

Conor Oberst - Salutations | Recensione
Nonesuch – 2017

Non è la prima volta che Conor Oberst pubblica due dischi a brevissima distanza. Era già successo nel 2005 con l’uscita  contemporanea,  a nome Bright Eyes,  di I’m Wide Awake, It’s Morning e Digital Ash In A Digital Urn, una vera ‘strana coppia’ (un album cantautoriale e uno elettronico). Nel caso  di Ruminations/ Salutations la storia è un po’ diversa. Il primo dei due (ottobre 2016) nasceva dall’urgenza di ripartire dopo un periodo difficile: la diagnosi medica di una cisti al cervello, le cure, le preoccupazioni, quindi  il  ritiro in montagna per scrivere in tranquillità, e  registrare,  in  piena solitudine, dieci canzoni  circondate da  un  alone di malinconia e dolore.

Conor Oberst rilegge (bene) se stesso

Queste stesse canzoni vengono riproposte in Salutations, riarrangiate per full band. I Felice Brothers, garruli come i loro nome,  accompagnano Oberst nella rilettura, mentre sullo sgabello della batteria siede un monumento degli studi di registrazione americani, il grande Jim Keltner (ha suonato con chiunque, da Ry Cooder a Neil Young). I Felice Brothers e Keltner  rivestono le canzoni di un tessuto sonoro che rimanda a quello  di un’altra band (con la B maiuscola), quella che accompagnò Bob Dylan in tante  occasioni.

Se Ruminations era spettrale, Salutations suona più sereno

Fisarmonica, violino e un piacevole furore elettro-acustico migliorano le canzoni che già conoscevamo in veste più semplice dando un tocco spensierato anche  ai  sette nuovi brani di  Salutations. Se  questi ultimi cozzano un po’ con la  continuità del progetto, può essere a causa della familiarità con il disco precedente, quindi, per chi non conosca nessuno dei due, sarà più opportuno l’approccio all’indietro. Ad aiutare Oberst ci sono stavolta anche alcuni ospiti d’eccezione come Jonathan Wilson, Gillian Welch e M.Ward. Simpatico e catartico il retro di copertina, con il cantautore che viene rianimato dai compagni a bordo piscina, mentre Jim Keltner sembra intento a chiamare  il 118…

Conor Oberst - Salutations
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Recensore di periferia. Istigato da un juke-box nel bar di famiglia, si cala nel mondo della musica a peso morto. Ma decide di scriverne  solo da grande, convinto da metaforici e amichevoli calci nel culo.

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