Jake Xerxes Fussell - Good and Green Again

Jake Xerxes Fussell – Good and Green Again: il valore aggiunto del folk

Il folk è fra la colonne sonore più efficaci di questi ultimi, incredibili anni. Forse perché racconta storie esemplari che consentono di prescindere dalla nostra epoca difficile facendoci capire che tutte le epoche sono difficili. Che a qualcuno, oppure a molti, va male sempre e comunque. Ecco dunque che certa musica dai toni pacati è un’amica importante quando si tratta di gestire le difficoltà, di riempire con pazienza il senso di vuoto. In mesi recenti ottimi esempi di dischi-balsamo di questo genere sono stati Voices from the Empty Moor di Devin Hoff e l’album omonimo delle Wyndow.

Un terzo esempio arriva ora con Good and Green Again (Paradise of Bachelors) di Jake Xerxes Fussell, musicista del North Carolina con aspetto di robusto gestore d’emporio dai modi spicci (e dal fucile carico sotto il bancone). In realtà proviene da una famiglia ‘istruita’, come si diceva una volta, con tanto di papà etnomusicologo e fotografo. Lui stesso è un grande conoscitore, e ricercatore, di musiche tradizionali del sud degli Stati Uniti. Basta leggere le note di questo suo quarto album per rendersene conto: per ognuno dei  brani tradizionali eseguiti vengono citate almeno tre-quattro fonti fonografiche o a stampa.

L’approccio al folk di Jake Xerxes Fussell

Quel che stupisce in Fussell non è solo la competenza. È la fluidità della musica e insieme a  questa la naturalezza della narrazione, la modalità rassicurante anche quando i temi trattati rassicuranti non sono. La voce senza forzature e senza sottolineature ripropone le storie con la naturalezza di chi potrebbe averle viste accadere sotto i propri occhi, anche se sono vecchie di qualche secolo fa e parlano di guerre, di addii, di mulini in fiamme o di velieri affondati con un trivellino. I testi sono brevi, quasi dei flash che vanno a illuminare situazioni dai contorni drammatici (Rolling Mills Are Burning Down) o struggenti (Love Farewell con seconda voce di Bonnie Prince Billy). Fanno eccezione le dodici strofe della ballata marinaresca The Golden Willow Tree, appartenente alla stessa famiglia di liriche della più celebre The Golden Vanity, cantata anche da Pete Seeger.

La tentazione sarebbe di dire che Fussell incarna il passato (come aveva fatto il primo Ry Cooder), oppure che lo attualizza sobriamente, grazie anche alla produzione “pochi tocchi ma giusti” di James Elkington. In realtà qui c’è qualcosa di diverso. Possiamo dire che il nostro affronta la dialettica ieri-oggi rendendola imprendibile tramite un continuo gioco di rimandi (e lo stesso fa eliminando le barriere fra repertorio bianco e afroamericano). Ci vogliono un paio di ascolti per farsi catturare da questo approccio e per ritrovarsi sulle rive del Mississippi o davanti a qualche palude della Florida assieme al ragazzone con il berretto da baseball e la Telecaster veterana di mille plettri.

Le composizioni originali di Good and Green Again

In Good and Green Again Fussell propone per la prima volta brani di sua composizione. Innanzitutto ci sono tre strumentali dall’andamento placidamente fluviale dove l’ascoltatore più fantasioso può ambientare altre storie di sua invenzione. A fine programma arriva il capolavoro sottotraccia del disco, Washington. La musica ha i toni dell’inno e le parole sono riprese da un’iscrizione letta su un tappeto all’uncinetto di fine Ottocento: “Generale Washington/ il più nobile fra gli uomini/ La sua casa, il suo cavallo, i suo ciliegi e lui”. L’effetto è trasognato, arcano, elegiaco. Potremmo definirlo folk magico, per quanto prodotto da qualcuno che come mago ha un aspetto davvero improbabile.

Jake Xerxes Fussell - Good and Green Again
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Nello scorso secolo e in parte di questo ha collaborato con Rockerilla, Musica!, XL e Mucchio Selvaggio. Ha tradotto per Giunti i testi di Nick Cave, Nick Drake, Tom Waits, U2 e altri. E' stato autore di monografie dedicate a Oasis, PJ Harvey e Cranberries e del volume "Folk inglese e musica celtica". In epoca più recente ha curato con John Vignola la riedizione in cd degli album di Rino Gaetano e ha scritto saggi su calcio e musica rock. E' presidente della giuria del Premio Piero Ciampi. Il resto se lo è dimenticato.

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