Metallica 72

Il nuovo disco dei Metallica conferma: sono una delle grandi band della storia del rock.

Ho amato molto i dischi “classici” dei Metallica, diciamo fino a The Black Album, ma ho ascoltato anche tutti i successivi che, tranne qualche caduta, non mi pare siano mai stati realmente catastrofici; il problema, semmai, è che se ho voglia di Metallica, torno sempre alle canzoni più vecchie, e difficilmente alle nuove (beh, con qualche eccezione), dunque è con questo spirito che ho ascoltato anche il nuovissimo 72 Seasons. Prodotto da Greg Fidelman, insieme a James Hetfield e Lars Urlich, mette da parentesi le escursioni orchestrali e, al pari del precedente in studio, prova a tornare al suono dei primi dischi. Va detto che questo riesce solo in parte, nel senso che ormai il suono dei Metallica può essere annoverato nel classic rock, sia pure hard, e molti dei pezzi di 72 Seasons sono mid-tempo poderosi con cambi di ritmo e accelerazioni frequenti, e con una bella riproposizione dei molti caratteri di base del metal moderno che loro più di quasi chiunque altro hanno contribuito a fondare.

72 Stagioni

72 Seasons è nato da un libro che stavo leggendo sull’infanzia, fondamentalmente, e sull’elaborazione dell’infanzia da adulti. E 72 stagioni sono fondamentalmente i primi 18 anni della tua vita. Come si evolve, si cresce, si matura e si sviluppano le proprie idee e la propria identità dopo le prime 72 stagioni? Alcune cose sono più difficili di altre: alcune cose non si possono cancellare e rimangono per tutta la vita, mentre altre si possono riavvolgere e creare un nuovo nastro nella propria vita. Quindi è questa la parte davvero interessante per me, il modo in cui sei in grado di affrontare queste situazioni da adulto e di maturare“. Così James Hetfield ha spiegato il titolo del disco, che nei testi ricuce in effetti le molte ferite dell’adolescenza, mostrando il lavoro che attraverso analisi e riabilitazioni lo ha accompagnato nel corso di questi decenni.

Non è mai stato un compositore particolarmente sottile per quanto concerne le parole, ma efficace certamente sì, e comunque una spanna superiore a tanti suoi colleghi, come 72 Seasons conferma.

Metallica – 72 Seasons: i momenti migliori

Rispetto a quanto si diceva prima a proposito del suono ‘classico’ del quartetto, ci sono qui almeno due eccezioni. Se quasi tutti i pezzi nel disco sono buoni, Lux Aeterna e Room of Mirrors sono oltre, una riedizione dello speed-trash metal degli esordi che non fa rimpiangere le grandi canzoni firmate Metallica. Alla soglia dei sessant’anni, è una bella prova davvero, felicemente sorprendente. Altrove, spolverate di blues e di alt-metal, il tutto condito da ritmica granitica e da qualche solo di valore, senza contare le caterve di riff e le interpretazioni sempre al top di Hetfield.

Certo, 72 Seasons è lungo, troppo lungo, ma quasi tutti i dischi dei Metallica lo sono. Difatti, quando finisce Room of Mirrors, penultima canzone del disco, ho visto che a seguire c’erano ben undici minuti di Inamorata,  e ho pensato che meglio avrebbero fatto a chiuderla lì, così in bellezza. Mi sbagliavo io, naturalmente, perché è una ballata epica e potente, il brano più lungo, credo, della storia dei Metallica, che chiude con grande classe 72 Seasons.

Metallica - 72 Seasons
8 Voto Redattore
0 Voto Utenti (0 voti)
Cosa ne dice la gente... Dai il tuo voto all'album!
Sort by:

Be the first to leave a review.

User Avatar
Verificato
{{{ review.rating_title }}}
{{{review.rating_comment | nl2br}}}

Show more
{{ pageNumber+1 }}
Dai il tuo voto all'album!

print

Mi piace la musica senza confini di genere e ha sempre fatto parte della mia vita. La foto del profilo dice da dove sono partita e le origini non si dimenticano; oggi ascolto molto hip-hop e sono curiosa verso tutte le nuove tendenze. Condividere gli ascolti con gli altri è fondamentale: per questo ho fondato TomTomRock.

Lascia un commento!

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.