Neko Case: un disco (e una vita) ‘infuocati’.
Le ultime notizie su Neko Case, la cantautrice un po’ nomade originaria della Virginia, parlavano di cronaca più che di musica. La sua casa-fattoria nel Vermont (ultimo domicilio conosciuto) è stata infatti distrutta da un incendio, per fortuna senza danni a persone e ai numerosi animali presenti. Il fuoco torna simbolicamente anche nella copertina (un po’ criptica e bruttina come molte della sua discografia, peraltro) di Hell-On dove la capigliatura della Case è composta da un fascio di sigarette e le fiamme stanno per avvolgerla, bah!…
Il fascino di Hell-On
Al contrario della veste grafica il disco è molto bello e vario, con spunti anche originali nei testi, che non tralasciano nessun argomento. Basti dire che c’è persino la storia di uno zio molestatore, non sappiamo quanto autobiografica, e un bizzarro e misterioso brano su ‘L’ultimo leone d’Albione’, vicenda (leggendaria?) sulla quale bisognerebbe indagare un po’.
Gli amici sonici di Neko Case
Un altro aspetto di Hell-On è l’affollamento di ospiti in sala d’incisione, tutti di gran lusso. Joey Burns dei Calexico, per esempio, ha suonato nei dischi precedenti della cantautrice e non manca l’appuntamento. Il torvo Mark Lanegan, invece, mette a disposizione il suo vocione nei sette minuti dell’epica The Curse Of The I-5 Corridor. Quindi c’è la presenza di Laura Veirs, con la quale, assieme alla canadese k.d. Lang, la Case formò un trio tanto inaspettato quanto efficace per il progetto estemporaneo case/lang/veirs. Rispetto alla Veirs, di cui si è parlato recentemente per The Lookout, la musica di Neko Case si pone in maniera più frontale, robusta ed aggressiva. Senza peraltro cercare, almeno in apparenza, un consenso emotivo.
Suona un po’ fuori contesto, ma in modo parecchio gradevole, il pop anni ‘60 di Bad Luck, un occasionale divertissement alla Nancy Sinatra che non si smetterebbe mai di canticchiare, battendo anche il piedino…
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