Pivio - CryptomnesiaI Dischi dell’Espleta - 2020

Rust Never Sleeps con Pivio e il suo nuovo Cryptomnesia.

Diceva Neil Young che la ruggine non dorme mai, ma anche Pivio non scherza. Si dirà che ho una particolare affezione al personaggio, ma trovatemi oggi un musicista di fama internazionale (e pure qualcosa di più) che esca dalla confort zone di compositore di colonne sonore con il sodale Aldo de Scalzi e si immerga in imprese, ai più, irrazionali dal punto di vista commerciale.

Pivio - Cryptomnesia
I Dischi dell’Espleta – 2020

È appena di febbraio l’uscita del già qui recensito album degli ritrovati Scortilla dove, con il  partner e amico  di sempre Marco Odino, venivamo, in musica, messi in guardia su quanto sarebbe paradossalmente successo a breve e pure peggio. Ed ora, ecco qui un nuovo lavoro…  Cryptomnesia deve il suggestivo  titolo ad uno scambio social con il maestro Dario D’Alessandro degli Homunculs Res da me elogiati, e si presenta quanto mai intrigante a partire dalla copertina, una maschera realizzata apposta dall’artista Roberto Molinelli, che cito perché bravo e perché eravamo compagni di liceo…

Un disco frutto del lockdown

Approfittando del lockdown, anziché divanarsi spiaggiato in salotto e godersi un meritato riposo dalle ultime fatiche (a memoria cito la colonna sonora del Diabolik con Marinetti che dovrebbe uscire a Natale), il mai domo scrive suona e produce nove brani con un piccolo aiuto da parte degli amici di sempre. Le canzoni attingono alla cultura alta e bassa dell’immaginario popolare, il voodoo blues del Delta che introduce l’album  di A Well Suspended Time ci conduce in paludose citazioni da H.G.Wells. E poi ecco la title track, Cryptomnesia, disturbo della memoria che conduce a pensare ai ricordi come creazioni originali (e quanti ne soffrono…), brano con cadenze DVAte e coatti sintetici che la ballano, gran uso di sequencer e maleducazione nel cantato ne fanno un possibile singolo.

Pivio e la distopia di Cryptomnesia

Blood Like Love, che inverte furbescamente il titolo di un brano dei Killing Joke, è una camera obscura agita in sottrazione, lavoro esoterico che cresce in perturbanti atmosfere kinetiche, una delle mie preferite dove aleggia il Bowie di Outside. Mentre I Am Smarter Than U, al contrario, posizionata tra dissonanze e strisciante Dub conduce in incubi Lynchiani ed errori da parte italica dell’uso dei termini inglesi… Tra lavoro in remoto e smart work c’è una bella differenza… Mask è invece il primo singolo, gran video e citazione palesissima di Tomorrow Never Knows, uno degli episodi più rischiosi e, al tempo medesimo, accattivanti del disco.

 

La segue Punished, trip hop purissimo per un testo ieratico e ad alto tasso simbolico. Resistance is Futile è episodio new wave, il primo amore non si scortilla mai… Si noti che sinora l’uso della voce è sempre trattato, uno strumento tra gli strumenti, qui colgo echi paraetnici e pure qualche suggestione Cure…ma al cu(o)re non si comanda. Seclusion I Wear, elettronica glaciale e voce caldissima, un pericoloso cocktail, precede la conclusiva The Story That Ends All Stories. Chi conosce Philip K. Dick avrà qualche brivido, un delicato e peaceful brano per accingersi ad affrontare il giorno che verrà, l’anno è ormai un termine di paragone troppo lungo per spingervisi.

A proposito, se ben ricordo, tutte queste canzoni le ho già scritte io.

Pivio - Cryptomnesia
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Collaboratore per testate storiche (Rockerilla, Rumore, Blow Up) è detestato dai musicisti che recensisce e dai critici che non sono d'accordo con lui e che , invece, i musicisti adorano.

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