I migliori dischi del 2020

Introduzione

Anno difficile per tutti e tutto, il 2020. Quindi anche per la musica. I concerti si sono pressoché dissolti e le uscite discografiche sono state condizionate dall’impossibilità della promozione on the road (probabile che più di un artista abbia scelto di tenersi il disco in canna in attesa di tempi migliori).

In ogni caso, e a dispetto degli aedi seriali della morte del rock, le belle cose non sono mancate con una grande varietà di situazioni soniche che la nostra classifica fa balzare subito all’occhio. Nella breve presentazione che segue evitiamo di menzionare direttamente i nostri Top Tom (ma forniamo indizi…) così da lasciare intatto il piacere della scoperta. Con annesso consenso o dissenso.

Il podio e i Top Tom Ten

Nessuno dei primi tre album è stato condizionato direttamente dal lockdown in fase di realizzazione, eppure in tutti e tre appare decisivo un  grande lavoro concettuale,  un viaggio solitario in una stanza piena di idee da sagomare. Quindi molta attenzione alle parole e ai suoni da parte dell’antichissimo Maestro di tutti noi, della cantautrice con qualche problema di relazione (e che già di suo esce poco di casa) e del genietto capace di rivisitare, con voce dorata, ogni genere della musica nera e dintorni. Il primo ha 79 anni, la seconda 43, il terzo 30. Insomma, il ricambio generazionale vive e lotta con noi.

Scorrendo i Top Ten la sensazione di un grande mondo senza confini sonici (e, volendo, esistenziali) resta immutata. Agli estremi di età stanno in questo caso un rocker americano settantunenne tutto cuore e sudore (il suo è un ritorno ad alti livelli dopo diversi lavori poco incisivi) e un giovanotto inglese di 21 anni già in grado di sfoggiare una scintillante scrittura pop. In mezzo una band dublinese che dimostra come il post-punk sia credibile dopo quasi 40 anni di “post-“, un elegante seduttore francese in grado di non far rimpiangere Gainsbourg, una storica formazione australiana guidato da uno struggente cantore di oscurità, un quartetto newyorkese che finalmente non sarà ricordato solo per quella famosa opera prima del 2001, una cartoon-band polivalente che riesce a essere sempre divertente e caleidoscopica.

I migliori dischi del 2020: altre considerazioni

Il resto della classifica si spiega da solo nella già citata varietà di ‘generi’, attitudini e, ancora una volta, età. Dunque elettronica (più presente del solito) e canzone d’autore, post-rock e post-wave, folk. Quest’ultimo settore conferma i segnali di vitalità  mostrati nel 2019 dopo lungo appannamento. In realtà si tratta di una strana forma di vitalità, caratterizzata da una forte componente meditativa che è forse la più in sintonia con i tristi tempi attuali. E dal mondo folk arriva la figura più attempata di questa classifica, una signora inglese di 85 anni che dopo lungo silenzio ha ritrovato voce, coraggio e idee.

Altra protagonista indiscussa del 2020 è stata la dance, nelle sue forme più varie. Quest’anno abbiamo assistito a un incremento notevole di produzioni che più o meno esplicitamente si legano a un genere che da quasi mezzo secolo non molla la presa. Molto spesso si è trattato di dischi trascurabili (e che infatti abbiamo trascurato), in altri casi ci siamo trovati ad ascoltare prodotti degni di nota; ce n’è per tutti anche in questo caso. Dalla dance più spudorata di una giovane promessa londinese, di origine kossovara, con un disco che, oltre a far ballare, è una sorta di manuale che tira le fila dagli anni ‘70 a oggi, a episodi più originali. L’esordio di un trio d’oltremanica che duetta volentieri con la dance più elettronica non è passato inosservato, anzi è il disco d’esordio migliore del 2020, così come l’ultima fatica della già citata cartoon-band che, proprio in virtù della sua intrinseca versatilità, ogni tanto butta un occhio al dancefloor.

Classifiche parziali

Al jazz, alla non-Western music, al rap, che pure fanno capolino qui e lì nella classifica generale, abbiamo dedicato quest’anno per la prima volta anche tre classifiche a parte, al fine di meglio valorizzare tipi di musica che rispetto al rock restano per molti di nicchia.

E il rock, appunto? Se parliamo di rock classico se ne trova poco o nulla – e comunque rivisto attraverso il punk. Ma attenzione, perché il rock, nella sua attitudine originaria a non dare niente per scontato, compare in varia misura in ogni titolo citato. Ed è per tale ragione che questo sito continua chiamarsi, senza dubbi di sorta, Tomtomrock. Buona lettura e buoni ascolti conseguenti.

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TomTomRock è un web magazine di articoli, recensioni, classifiche, interviste di musica senza confini: rock, electro, indie, pop, hip-hop.

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