I migliori dischi del 2020

Top Tom e Flop Tom

Il miglior live

Nick Cave – Idiot Prayer

Nick Cave - Idiot Prayer
Bad Seeds Ltd. – 2020

Come detto, e come noto a tutti, i concerti sono stati distrutti dal Covid-19 e la categoria Live dell’anno per il 2020 suona improbabile. Causa pressoché totale mancanza di concorrenza (giusto  un tardivo Belle & Sebastian e il live di beneficienza degli Arctic Monkeys, peraltro registrati rispettivamente nel 2019 e 2018),  il vincitore è Nick Cave con il suo disco in solitudine – niente musicisti, niente spettatori – che è divenuto anche un film.

Il miglior esordio

Working Men’s Club – Working Men’s Club. Un anno senza molti esordi eclatanti, forse anche per l’impossibilità di promozione dal vivo di cui si diceva sopra. Quello del quartetto inglese si distingue per la vitalità e la giovanissima età dei musicisti.

Working Men’s Club
Melodic Records – 2020

La canzone dell’anno

Declan McKenna – Be An Astronaut

 

Le belle canzoni per fortuna non mancano mai: qui ci emozionano i richiami forti a Life on Mars, e in più la canzone è un inno pop travolgente

Il video dell’anno

Moses Sumney – Virile

 

Con un mercato asfittico inutile spendere soldi per un video, meglio far trionfare un’idea (magari non rassicurante); qui conta anche l’interpretazione.

Il testo dell’anno

Bob Dylan – My Own Version Of You

Che dovesse andare all’unico musicista con Nobel è scontato, l’imbarazzo viene soltanto dalla scelta della canzone e alla fine ci siamo orientati sulla cupa ironia di questa.

La copertina migliore

Arca – KiCk i

Arca – KiCk i
XL Recordings – 2020

Come lo scorso anno, scegliamo una copertina non bella in senso tradizionale, ma che rispecchia bene il contenuto del disco e porta avanti un’idea. Ironica e/o temibile.

Menzione speciale per Moses Sumney – Grae: copertina ricca di merito artistico…

Moses Sumney - Græ: Part 1
Jagjaguwar – 2020

La copertina peggiore

Fiona Apple – Fetch the Bolt Cutters

Fiona Apple - Fetch The Bolt Cutters
Epic – 2020

Un disco così importante con una copertina così assurdamente brutta, al punto da risultare persino simpatica. Resta comunque brutta.

Potevano fare meglio

Perfume Genius – Set My Heart On  Fire Immediately: andiamo  controcorrente perché è piaciuto a tanti. Anche di Idles, King Krule e Protomartyr avevamo preferito i dischi precedenti. Per non parlare di un Morrissey scarso e irritante, del pop annacquato dei Future Islands e della psico-melassa dei Flaming Lips.

Potevano fare peggio

Bob Dylan poteva fare moooolto peggio di così; non ci attendevamo un ritorno con canzoni originali di tale livello; la sua vittoria è un plebiscito. Anche Bruce Springsteen sorprende con un disco decisamente migliore rispetto ai suoi ultimi.  Veterani pure loro ma degli anni ’80, The Psychedelic Furs dopo tanti anni di silenzio tirano fuori un disco di livello inaspettato.

 

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